Roma, 11 Giugno 2012.
Workshop seminariale IFEL Privatizzazioni e finanza locale Esperienze internazionali a confronto

GIUSEPPE FRANCO FERRARI (PRESIDENTE IFEL-ANCI). SERVONO DATI AGGIORNATI PER UNA NUOVA POLITICA DELLE PRIVATIZZAZIONI CHE RICONOSCA  RUOLO  PROPULSIVO ALLE AUTONOMIE LOCALI PER PROGETTI DI RESPIRO NAZIONALE

 

Roma, 11 Giugno 2012.

 

“Le esperienze maturate nei principali Paesi d’Europa in tema di privatizzazioni ci restituiscono un mosaico di situazioni e scelte normative orientate più da situazioni locali e  istanze ideologiche che dalla ricerca del connubio tra  taglio di costi/tariffe e miglioramento della qualità dei servizi essenziali offerti alla collettività (si pensi p. es. al trattamento dell’acqua e al Trasporto Pubblico Locale).

 

In Italia in particolare non c’è stata quell’auspicata riduzione della pressione fiscale realizzata viceversa in molti casi fin dalla seconda metà degli anni ‘70. Oggi le privatizzazioni rappresentano un processo strategico per la finanza locale  in cui le autonomie possono giocare un ruolo guida dal basso. Un ruolo da remunerare con un adeguato ritorno dei proventi da privatizzazione, che non possono alimentare solo la fiscalità generale dello Stato. Si assicurano così le necessarie condizioni pre-concorrenziali per un mercato efficiente dove si confrontano operatori di dimensioni nazionali, a tutto vantaggio dei cittadini consumatori finali”.

 

Lo ha dichiarato il Prof. Giuseppe Franco Ferrari, Presidente dell’IFEL Fondazione Anci per la Finanza e l’Economia locale, a conclusione del workshop “Privatizzazioni e finanza locale: esperienze internazionali a confronto” tenutosi oggi a Roma.

 

“Servono dati quantitativi affidabili e aggiornati, ma già dall’analisi empirica emerge che in Europa in molti casi (il caso dell’UK è illuminante) nell’ultimo decennio il contributo delle privatizzazioni alla riduzione del rapporto debito/PIL è stato molto contenuto (nell’ordine di 3-4 punti percentuali) e alla fine si è risolto nella mancata valorizzazione degli asset pubblici residui/ PIL (particolarmente onerosa quando si è poi preferito tornare ad una fase di intenso  investimento pubblico). Per non parlare dei fattori della produzione (in particolare il lavoro) che non hanno registrato dinamiche positive e della forte concentrazione creatasi post-privatizzazioni, che non ha mancato di riflettersi negativamente sulle dinamiche dei prezzi”  ha aggiunto il Prof. Giuseppe Franco Ferrari.

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